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La poesia del volo nei film di Hayao Miyazaki

Proprio come noi di Luckyplane, anche il regista e animatore giapponese Hayao Miyazaki ha una vera e propria ossessione per gli aerei.


Infatti, ogni suo film non può dirsi completo senza la magia del volo: pensiamo al dirigibile in Kiki consegne a domicilio, agli idrovolanti di Porco Rosso o all’intera vicenda dell’ingegnere aeronautico giapponese Jirō Horikoshi, protagonista di Si alza il vento.


Foto: una sequenza del film Porco Rosso (1992)


Il volo, in particolare quello umano, ha affascinato Miyazaki sin dalla tenera età: il padre di Hayao era infatti direttore della Miyazaki Airplane, un’azienda che produceva componenti aeronautici, tra cui parti del Mitsubishi A6M, il temutissimo Caccia Zero in dotazione al Dai-Nippon Teikoku Kaigun Kōkū Hombu, il servizio aeronautico della Marina imperiale giapponese.


Questo è uno dei motivi per cui i film di Miyazaki sono popolati da meravigliose macchine volanti, siano esse totalmente inventate quasi in chiave Steampunk, o storicamente precise e accurate come gli aerei di Porco Rosso o i progetti ideati da Jirō Horikoshi.



Foto: Le macchine volanti retro-futuristiche di Laputa – Castello nel Cielo


Ed è proprio in Porco Rosso che Miyazaki ci mostra la sua passione per l’aviazione storica, portando in scena tutto il suo amore per gli aerei italiani e la Regia Aeronautica, come mostrano le svariate citazioni a piloti del tempo tra cui Francesco Baracca, Arturo Ferrarin e Adriano Visconti (passione che traspare anche in Si alza il vento, dove il protagonista si confronta con una versione onirica di Giovanni Battista Caproni, storica figura dell’aviazione italiana).


Foto: Caproni e il giovane Jirō Horikoshi.


Il protagonista del film è Marco Pagot, asso della Regia Aeronautica trasformatosi in un maiale antropomorfo dopo essere sopravvissuto a un combattimento durante la Prima Guerra Mondiale.


L’opera si svolge alla fine degli anni Venti, con Marco che, dopo essersi ritirato nella costa dalmata, si guadagna da vivere cacciando i pirati dell’aria a bordo del suo idrovolante monoplano Savoia S.21 rosso (un aeroplano di fantasia ispirato in realtà più ad un Macchi M.33, mentre il SIAI S.21 era un sesquiplano invertito). Una pace che viene però interrotta dall’arrivo di Donald Curtis, asso dell’aviazione statunitense e novello alleato dei pirati dell’aria.


Foto: Marco Pagot a bordo del suo idrovolante rosso.


Ciò che noi di Luckyplane amiamo dei film di Miyazaki è l’estrema cura dell’animatore nel portare sullo schermo anche la meccanica degli aerei: Hayao sembra quasi voler spiegare ai suoi spettatori come funzionano quelle incredibili macchine volanti che solcano il cielo sfidando la gravità, cercando di mostrare i modi in cui esse operano (pensiamo agli aerei vespa di Laputa – Castello nel cielo, o alle tavole di Jirō Horikoshi).


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