Uscito nelle sale nel 2017, Dunkirk è uno dei migliori film di guerra girati nell’ultimo decennio.
Foto: Tom Hardy interpreta Farrier, uno dei piloti degli Spitfire della RAF.
Il film porta sullo schermo l’Operazione Dynamo, conosciuta anche come “miracolo di Dunkerque”, un’operazione di evacuazione su larga scala avvenuta tra il 27 maggio e il 4 giugno 1940.
L’opera è strutturata lungo tre linee narrative e temporali, che si intrecciano continuamente tra loro nel racconto:
Il molo. La prima linea raccontata da Nolan. Essa passa dalle strade di Dunkirk alle spiagge, e si svolge lungo un arco temporale di una settimana.
Il mare. La seconda linea temporale ha luogo nelle acque della Manica, e si svolge in una giornata.
Il cielo. Terza linea temporale. Essa si svolge, come da titolo, nel cielo, dove a bordo dei loro Spitfire, i piloti Farrier, Collins e il loro caposquadra, si dirigono verso la città francese, per supportare le truppe in attesa di evacuazione.
Foto: il regista effettua le riprese interne alla cabina di pilotaggio dello Spitfire.
Per enfatizzare l’epicità del racconto, Nolan e la produzione hanno deciso di fare ricorso a effetti speciali reali, riducendo al minimo l’uso della computer grafica. Ciò si è inevitabilmente tradotto nell’uso di imbarcazioni e aerei d’epoca, come appunto lo Spitfire.
Foto: il film è stato girato con videocamere IMAX. Diverse telecamere sono state installate sugli aerei e una di esse è rimasta sott’acqua per più di novanta minuti dopo che l’aereo su cui era stata montata si è inabissato.
Nell’evacuazione di Dunkirk, la RAF ha avuto un ruolo fondamentale: incaricata di proteggere le truppe durante l’Operazione Dynamo, nel maggio 1940 la RAF ha affrontato la sua prima vera sfida contro la Luftwaffe, la quale aveva tra le sue linee aerei come i Junkers Ju 87 (Stuka), i Messerschmitt Bf 109 e gli Heinkel 111.
Il leggendario Supermarine Mk1 Spitfire, progettato dall’ingegnere britannico Reginald Joseph Mitchell, ha avuto con l’Hawker Hurricane un ruolo di primo piano nell’Operazione Dynamo prima e nella Battaglia d’Inghilterra poi.
Alimentato con un motore Rolls-Royce Merlin Mk. 45, lo Spitfire ha potuto offrire alle truppe alleate una copertura sufficiente per consentire loro di lasciare la spiaggia.
Come ben sa chi ha visto il film, la quantità di carburante presente negli aerei della RAF riduceva notevolmente la durata del volo, facendo sì che dopo l’attraversamento della Manica, al pilota restasse solo un’ora di combattimento sulla città francese, per poi dover ritornare alla base, in Gran Bretagna, per fare rifornimento.
E, come se ciò non bastasse, spesso i piloti degli Spitfire e degli Hurricane dovevano affrontare i velivoli tedeschi lungo la traversata, lasciando l’aereo pochissimo carburante, quantità insufficiente persino per raggiungere la Francia.
Come affermato in un articolo dello Smithsonian Air and Space Museum, l’evacuazione di Dunkirk sarebbe probabilmente finita in tragedia se non fosse stato per la RAF e per i suoi quindici squadroni di Spitfire.
Nel girare il film, Nolan ha deciso di ridurre all’osso l’uso della computer grafica, preferendo lavorare con persone e attrezzature reali, sfruttando come set le spiagge francesi dove hanno avuto luogo gli eventi.
Per quanto riguarda le scene aeree, sono stati utilizzati Spitfire e un Hispano Aviación HA-1112 (quest’ultimo ridipinto con livrea della Luftwaffe e sfruttato come degno sostituto del Messerschmitt Me 109, suo predecessore), i quali si sono esibiti per le telecamere durante i loro spettacolari voli lungo la Manica.
Durante le riprese, nell’aerodromo dell’ex Royal Naval Airstation, oltre agli Spitfire e al HA-1112, vi erano anche delle repliche radiocomandate di aerei dell’epoca, come i bombardieri Heinkel He 111, i caccia Spitfire e Me 109, utilizzati soprattutto per le riprese degli schianti.
Foto: In una delle scene iniziali del film, dove i bombardieri attaccano le spiagge occupate dai soldati inglesi, sono stati utilizzati dei modelli in scala.
I tre Spitfire presenti nel film, decorati per l’occasione con effigi e colori dell’epoca, presentano sigle non riconducibili a quelli che hanno volato lungo la Manica. Il perché di tale decisione non è tutt’ora molto chiaro: però, molto probabilmente, la scelta di regista e produzione serve per sottolineare quanto, seppur tratte da fatti reali, le vicende presenti nel film siano da ritenersi una pura rappresentazione degli stessi, diventando dunque testimonianza del servizio e del sacrificio di tutti gli uomini coinvolti in questa eroica vicenda.
Articoli dedicati al grande cinema di Aviazione sono stati pubblicati su diversi numeri della rivista Aerofan:
I tre aquilotti - Aerofan nr. 4
Soli nell'infinito - Aerofan nr. 6
Ali del futuro - Aerofan nr. 8
Bombardieri in picchiata - Aerofan nr. 10
La caduta delle Aquile - Aerofan nr. 12
Ali fragili - Aerofan nr. 14
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